Il vino conciato con l’assenzio piace già ai Romani, attraversa i secoli e nel Cinquecento è già scritta una primitiva ricetta: “Pesterai dramme otto d’absinthhio specialmente pontico et legatolo in panno lino non molto spesso nell’amphora… l’empirai di mosto”. [Giolito de Ferrari così scrive nel 1549, tipografo veneziano. Divenne celebre per essere stato il primo ad usare l’aggettivo “Divina” nella sua edizione della Commedia di Dante Alighieri, nel 1555.]
Delicato e di classe, il vermut come lo conosciamo oggi fa tendenza nel Piemonte “bene” del Settecento, il Piemonte in cui nasce l’aperitivo. Un vino da sorseggiare, piacevolmente.
La ricetta antica e artigianale di nonna Rosa Bertello rivive in ogni bottiglia La Canellese, arricchita e rimodernata per incontrare il gusto contemporaneo. Oggi come un tempo è tipicamente piemontese, naturalmente fragrante e delicato.
Cosa c’è nel Vermut?
75% vino, alcool, zucchero e 28 erbe officinali, tra cui Assenzio Romano e Gentile, Achillea, Angelica, Alloro, Arancia Amara, Genziana Rossa Corteccia, Cardamomo, Coriandolo, Noce Moscata, Chiodi di Garofano e Maggiorana.
Un secolo, quattro generazioni di ispirazioni nuove.
In un secolo di attività La Canellese ha visto susseguirsi quattro generazioni di Sconfienza, ognuna legata e grata all’intuizione di Rosa ma decisa a lasciare il proprio segno in azienda. La gamma dei prodotti, nei decenni, si è ampliata. Dal contributo di più generazioni sono nate nuove sperimentazioni esotiche dall’anima sempre tradizionale: ricette esclusive e di qualità per ogni occasione di brindisi. Aperitivi piacevolmente morbidi e rinfrescanti, più amari e speziati, profumati e agrumati, liquori soavi, digestivi decisi e calde coccole per il dopocena.